Sono stati diffusi i primi risultati dell’autopsia sul corpo di Yara Gambirasio, consegnata al pm Letizia Ruggeri: la relazione parla di sei coltellate (una al collo, una a un polso e quattro alla schiena) e una forte contusione alla testa, provocata da un corpo contundente sconosciuto.
Così come non è certa la possibilità della violenza sessuale. Durante la conferenza stampa, il sostituto procuratore che coordina le indagini, Letizia Ruggeri, ha dichiarato che i dati acquisiti non permettono conclusioni certe, per le quali bisognerà attendere almeno 90 giorni. Viene confermata anche la forma particolare delle lesioni alla schiena, ovvero due lesioni che formano una X e altre due parallele che la attraversano. Da questi strani particolari sarebbe partito il sospetto di un omicidio rituale, gli inquirenti non escludono nessuna pista anche se le lesioni “potrebbero essere frutto di casualità”.
L’analisi dei pollini avrebbe invece confermato che il corpo della vittima sarebbe sempre rimasto nel campo di Chignolo d’Isola, luogo del ritrovamento. In definitiva, l’assassino o gli assassini hanno colpito Yara con una lama e con un altro oggetto non ancora individuato che “potrebbe essere compatibile con una pietra, con un martello o con il calcio di qualche altra cosa. Tendiamo a escludere che Yara sia però deceduta per asfissia”.
L’ambito delle indagini rimane comunque la provincia di Bergamo: sulla conferma dei due tipi di dna, uno maschile e uno femminile (ritrovati in particolare sugli oggetti che Yara aveva con sè) ancora tanti dubbi. Possono essere tracce lasciate da chi l’ha uccisa? Non vi è ancora una risposta.