Omicidio Rea: il mistero si infittisce intorno alla morte di Melania

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Ascoli Piceno, 02 maggio 2011

Non ci sono né il Dna di Melania né quello del marito Salvatore sull’involucro esterno della siringa trovata infilzata sotto il seno sinistro della ventinovenne uccisa. Idem per quanto riguarda il laccio emostatico trovato accanto al cadavere. Le tracce rinvenute apparterrebbero a un uomo e a una donna misteriosi. Si attendono ora i risultati delle analisi sulle tracce di liquido misto a sangue che c’era dentro la siringa, anche se tale liquido non ha contribuito in alcun modo alla morte di Melania (che, ricordiamolo, è morta dissanguata).

Come purtroppo siamo abituati a sentire, anche per la morte di Melania Rea le indagini sembrano essere alquanto complicate, tanto che nelle ultime ore sono stati ascoltati nuovi testimoni, mai sentiti prima, probabilmente per allargare lo spettro dei possibili scenari in cui è maturato il delitto. La speranza è che questa volta siano i reperti a parlare, ma per questo dovremo attendere che i Ris compiano il loro lavoro.

melania_reaNel frattempo ci si interroga su che fine abbia fatto la borsa indossata dalla vittima poche ore prima della scomparsa, sparita insieme ad un trolley che pare si trovasse all’interno della macchina di Salvatore Parolisi. La borsa è riconoscibile nella immagini riprese dalla telecamera di sorveglianza di un supermercato (per vedere le immagini clicca qui) dove Melania si era recata la mattina del 18 aprile insieme al marito e alla figlioletta. Di queste immagini colpisce anche l’abbigliamento di Salvatore: è evidente infatti che l’uomo indossa degli abiti pesanti (jeans, giubbotto, felpa). Tuttavia, quando consegnerà spontaneamente agli inquirenti gli abiti indossati quel giorno, darà pantaloncini corti e t-shirt. Certo, i due dopo la spesa sono tornati a casa e quindi sicuramente Salvatore si è cambiato d’abito, ma è singolare questo evidente “cambio di stagione”.

Infine, nonostante gli appelli degli investigatori, finora non si hanno avuto notizie né dell’anonimo autore della telefonata fatta da una cabina pubblica di Teramo che segnalava la presenza del cadavere nel bosco delle Casermette (Ripe di Civitella), né la persona che qualche ora prima della scomparsa di Melania ha acquistato un panino e una bibita in una panetteria di Teramo, lasciando poi lo scontrino nel cestino dei rifiuti vicino al chiosco della Pineta, a pochi metri dal corpo di Melania.

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