Melania Rea: tutti i sospetti

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di Valentina Magrin direzione@calasandra.it

Ascoli Piceno, 28 aprile 2011

Nell’auto di Salvatore Parolisi, marito di Melania Rea, sono state trovate alcune tracce di sangue e il sospetto è che possano appartenere alla giovane donna uccisa. Tuttavia potrebbe trattarsi di tracce molto vecchie o comunque non per forza riconducibili al delitto. Gli inquirenti ancora non si pronunciano, ma pare che inizino a farsi un’idea sulla triste sorte della giovane mamma assassinata.

LA RICOSTRUZIONE: Carmela Rea (da tutti chiamata Melania), una bellissima donna di 29 anni, scompare da Colle San Marco (Ascoli Piceno) il 18 aprile 2011. E’ il primo pomeriggio e Malania è in compagnia del marito e della figlioletta di 18 mesi. Stanno giocando in un area giochi nei pressi di un boschetto. Ad un certo punto Melania, avendo bisogno del bagno, si allontana di qualche centinaio di metri per raggiungere il ristorante “Il Cacciatore”. Alle 15.20 Salvatore, non vedendola tornare, la chiama sul cellulare ma non ottiene risposta. Di lì a poco iniziano le ricerche ma Melania sembra sparita nel nulla. A quanto pare non è nemmeno mai arrivata al ristorante. Due giorni più tardi, il 20 aprile, grazie a una telefonata anonima il suo cadavere viene ritrovato nei pressi di un chiosco a Ripe di Civitella, in provincia di Teramo. Il luogo del ritrovamento dista 18 chilometri da quello della scomparsa. L’autopsia stabilirà che la donna è morta dissanguata in seguito a 35 coltellate. Alcuni particolari però non sono chiari: sul suo seno chiosco_melaniasinistro viene trovata conficcata una siringa, che però non contiene alcun tipo di droga o medicinale. Vicino al corpo anche un laccio emostatico. Una delle ferite inoltre ha una forma che ricorda quella di una svastica. Droga? Omicidio rituale? Sono molte le ipotesi che si affacciano in un primo momento, ma dopo aver analizzato la vita privata di Melania, assolutamente irreprensibile, si pensa soprattutto a una messa in scena.

I DUBBI: I dubbi principali riguardano il luogo in cui è avvenuto l’omicidio, che potrebbe non essere quello dove è stato ritrovato il cadavere. Si è stabilito infatti che Melania deve aver perso almeno 2 litri di sangue, ma vicino al suo corpo se n’è trovato molto meno. Ci si chiede inoltre cosa sia successo subito dopo la scomparsa di Melania: chi ha incontrato, come mai l’ha seguito e come mai nessuno ha visto niente?

salvatore_parolisiIL MARITO: Salvatore Parolisi, 30 anni, caporal maggiore dell’esercito in servizio presso il 235° Reggimento Piceno, è suo malgrado al centro dell’attenzione di inquirenti e media. Oltre al sangue trovato sulla sua macchina, ieri era circolata la notizia che sulla sua ricostruzione dei fatti ci sarebbe un buco di 50 minuti. Inoltre pare che l’uomo, in un primo momento, abbia omesso di raccontare alcuni particolari importanti, come il fatto che fino a circa un anno e mezzo fa aveva avuto una relazione extra-coniugale e il fatto che ai primi di aprile lui e Melania si sarebbero appartati per farsi delle effusioni (lasciando la bambina in macchina) proprio nel luogo in cui è stato trovato il cadavere di Melania. Questa località, chiamata Casermette, è molto nota a Salvatore Parolisi, in quanto è sede degli addestramenti che l’uomo svolge con le reclute femminili del 235° Reggimento Piceno.

I SOSPETTI: Ad oggi per la morte di Melania Rea non c’è alcun iscritto nel registro degli indagati. Tuttavia l’attenzione degli inquirenti è concentrata su tre uomini. Uno di questi è Salvatore Parolisi, per i motivi che vi abbiamo sopra descritto. Un altro è un amico del Parolisi, un agente di custodia che ha partecipato alle prime fasi della ricerca di Melania e che, secondo gli investigatori, avrebbe avuto dei comportamenti sospetti. Nei pressi della sua abitazione, appena sotto il pianoro di Colle San Marco, i cani molecolari hanno fiutato alcune tracce di Melania. La terza persona attenzionata è un uomo di Folignano, il comune dove anche Melania e Salvatore risiedevano, che ultimamente avrebbe manifestato qualche attenzione di troppo nei confronti della vittima.

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