“Intorno alla primavera del 2006 é stato proprio Massimo Remorini a cercare di convincere mia madre a vendere le due case per poterne comprare una più grande e stare tutti quanti insieme. Non sono sicuro se con la parola ‘insieme’ volesse intendere tutti, lui compreso, oppure no”: ecco una delle testimonianze rese ai carabinieri da David Paolini, figlio di Velia Carmazzi e nipote di Maddalena Semeraro.
Ecco un altro tassello utile per addentrarsi in questa storia agghiacciante: la storia della scomparsa di Velia Carmazzi e della madre Maddalena Semeraro da Torre del Lago.
Dove sono i corpi di Velia e Maddalena? Che cosa è accaduto a madre e figlia? La svolta sul giallo di Torre del Lago è arrivata, ma le domande sono ancora tante. Com’è potuto succedere che due donne benestanti fossero costrette a consumare la loro esistenza in una roulotte in un campo paludoso, in condizioni igieniche disperate?
Ma partiamo dal principio.
I carabinieri, coordinati dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Lucca, Sara Polino, hanno ricostruito la triste storia di Velia e Maddalena. Velia Carmazzi e la madre Maddalena Semeraro non avevano problemi economici. Vivevano in due immobili di loro proprietà: una vita che non avrà nulla a che vedere con le condizioni in cui le due donne si ritroveranno dopo la vendita dei loro appartamenti e l’atroce vita da indigenti che le aspettava dietro l’angolo per mano di Massimo Remorini.
Le indagini scattano il 28 settembre 2010, quando un’assistente sociale segnala ai carabinieri di aver appreso che Velia Carmazzi e Maddalena Semeraro erano rinchiuse in una roulotte in un campo in via dei Lecci a Torre del Lago.
I militari rintracciano David Paolini – figlio di Velia Carmazzi e nipote di Maddalena Semeraro – che il giorno dopo presenta la denuncia di scomparsa.
Dopo aver sentito David Paolini raccontare di aver visto la madre nell’agosto 2010 (”sembrava morta”) e aver svolto accertamenti, i carabinieri ritengono che Velia Carmazzi sia sparita il 22 agosto 2010, mentre la madre il 16 settembre 2010.
I carabinieri hanno ricostruito che nel 2006 Velia Carmazzi e il figlio David vivevano nella loro casa di via della Caserma a Torre del Lago; mentre Maddalena Semeraro con la nipote Sabrina Paolini (quest’ultima solo per un breve periodo) abitavano nella casa di via Machiavelli, nel centro di Viareggio, anche questa di loro proprietà.
Sempre nel 2006, secondo quanto accertato e reso noto dai carabinieri, cominciano le trattative per la cessione delle due abitazioni all’avvocato Giunio Massa, trattative concluse nel 2008.
”Massimo Remorini era entrato nelle grazie delle due donne ed aveva guadagnato la fiducia di David Paolini’‘, scrivono i carabinieri. Dalle indagini e’ emerso che Massimo Remorini influenzò le due donne a vendere gli appartamenti di loro proprietà con la promessa di far loro acquistare case nuove e più grandi.
L’uomo gestiva i conti correnti di Maddalena Semeraro ed era in possesso della sua tessera bancomat. I carabinieri hanno accertato che dai conti della Semeraro, dopo i depositi relativi alla vendita delle case, ”sono uscite ingenti somme di denaro”.
Velia Carmazzi e il figlio David si trasferiscono in via Machiavelli. Dopo vari spostamenti le donne e David vengono sistemati da Massimo Remorini in un’abitazione di Segromigno in Piano dove rimarranno fino alla primavera del 2010, mentre nell’estate del 2010 i tre vanno a vivere nel terreno in via dei Lecci, da dove le donne scompariranno.
IL SEQUESTRO DI PERSONA
I carabinieri ritengono che Massimo Remorini, dopo aver ”prosciugato le risorse economiche delle donne” non abbia più saputo trovare loro una sistemazione adeguata.È qui che entra in scena l’agghiacciante roulotte di Torre del Lago. Lì Velia e Maddalena vivranno ”segregate”.
La più anziana, Maddalena Semeraro, secondo i militari, viveva segregata anche quando abitava in via della Caserma.La donna, nel campo in via dei Lecci, occupava una casetta in legno, senza luce, acqua e servizi igienici: e la baracca si poteva aprire solo dall’esterno. Il terreno era recintato e chiuso da un cancello con un lucchetto le cui chiavi erano in uso solo a Massimo Remorini mentre David Paolini aveva ordine dallo ‘zio’ (Remorini, appunto) di non aprire.
Il Gip nell’ ordinanza di arresto scrive: ”Gli indagati, dopo aver depredato dei loro averi le due vittime, hanno imposto loro un sistema di vita subumano, di fatto costringendole a continui mutamenti di abitazione e facendole alloggiare in luoghi inadatti, privi dei più elementari comfort, assolutamente insensibili alla presenza di una donna in età assai avanzata, limitando la loro libertà con una vera e propria prolungata segregazione”.
DOVE SONO VELIA E MADDALENA?
Nonostante questa preziosa svolta nelle indagini da parte dei carabinieri e della Procura di Lucca, Velia Carmazzi e Maddalena Semeraro non sono ancora state ritrovate.
A questo punto per gli inquirenti ormai è certo che siano morte e che i loro cadaveri siano stati occultati, perfino distrutti, da mesi.
Corpi scomodi, che potevano provare le condizioni di indigenza e di stenti cui erano state costrette dopo essere state private di tutto: i loro beni, le case, i soldi dei loro conti correnti. La loro vita.
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