Dalle prime indiscrezioni sull’autopsia, effettuata a partire dalle 14 di ieri sul corpo di Yara Gambirasio, non ci sarebbero tracce di violenza sessuale.
La lunga autopsia è terminata questa notte, dopo oltre dodici ore di lavoro da parte dell’equipe coordinata dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo, la nota antropologa forense che la Procura ha scelto come proprio consulente.
Dal massimo riserbo degli inquirenti per ora sarebbe emersa solo l’assenza di tracce di violenza sessuale, deduzione ottenuta anche grazie al fatto che Yara Gambirasio – al momento del ritrovamento del suo corpo – indossasse ancora vestiti e biancheria, gli stessi del giorno della scomparsa.
Quando Yara uscì dalla palestra quel 26 novembre 2010, indossava leggins neri, un bomber nero, le scarpe All Star col pelo dentro, i guantini coi brillantini in tasca assieme all’iPod ritrovato. Stessi abiti e stessi oggetti ritrovati sulla scena, nel campo di Chignolo d’Isola.
Ciò farebbe dedurre che l’assassino abbia ucciso Yara prima di riuscire a infliggerle violenza. Yara potrebbe aver reagito con forza, difendendosi da così tanta ferocia, come testimonia la ferita al polso o il ciuffo di erba ritrovato nella sua mano.
L’equipe della professoressa Cristina Cattaneo è alla ricerca di qualsiasi traccia utile, soprattutto di tracce di dna che non appartiene a Yara.
Secondo le ultime indiscrezioni, inoltre, gli inquirenti avrebbero già isolato il dna di almeno 10 persone della zona, e c’è attesa per il confronto di questi dna con le tracce biologiche eventualmente ritrovate sul cadavere di Yara. Sull’identità di queste dieci persone sospette non trapela ancora nulla. I dieci abiterebbe tutti nella zona tra Brembate Sopra e Chignolo d’Isola, zona chiamata Isola Bergamasca.
Si è venuto a sapere soltanto che si tratterebbe di uomini macchiati da precedenti penali per aggressione e violenza sessuale.
Il mistero della morte di Yara Gambirasio potrebbe essere a una svolta se gli inquirenti riuscissero ad affettuare la comparazione del dna ma anche grazie all’analisi delle celle telefoniche agganciate dai cellulari nella zona del campo di Chignolo d’Isola, dove è stato ritrovato il cadavere della piccola Yara.
Yara sarebbe stata uccisa, forse, a coltellate: ne sono state inferte almeno sei, quattro alla schiena, due più lievi al collo e al polso.
Il corpo si presentava in avanzato stato di decomposizione, ciò farebbe pensare al fatto che il corpo si trovasse lì – in quel campo di Chignolo – dal giorno della scomparsa di Yara, giorno probabilmente coincidente con la sua morte.
Se il corpo è sempre rimasto lì, sarà fondamentale il risultato dell’analisi dell’humus, il terreno su cui giacevano i resti del suo corpo. Cadavere ritrovato con le braccia all’indietro.
Tutto questo mentre continuano le polemiche sulle ricerche di Yara nel territorio dell’Isola bergamasca: è stato battuto o non è stato battuto quel campo, teatro del ritrovamento del cadavere di Yara Gambirasio? E se fu battuto dalle squadre della Protezione Civile insieme ai molti volontari, è stato battuto a fondo e con attenzione?
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