Curt Knox ed Edda Mellas, i genitori di Amanda Knox, saranno processati. L’accusa nei loro confronti è di diffamazione a mezzo stampa. A giudicarli sarà un giudice perugino, Paolo Micheli, lo stesso che ha rinviato a giudizio Amanda e Raffaele Sollecito (condannati in primo grado rispettivamente a 26 e 25 anni di reclusione) e che ha condannato con rito abbreviato Rudy Guede (a 30 anni di carcere, poi ridotti a 16).
Curt Knox ed Edda Mellas nel 2009 avevano rilasciato un’intervista sul sito internet del “The Sunday Times” dichiarando, secondo l’accusa, “che Amanda non era stata assistita da un interprete, che non le erano stati somministrati né cibo né acqua, che era stata ‘abusata’ sia fisicamente che verbalmente, che era stata colpita dietro la testa con una manata e minacciata (‘se chiedi un avvocato le cose si metteranno peggio per te…’)”.
Queste accuse, dimostrate infondate, hanno portato cinque poliziotti a costituirsi parte civile. I genitori di Amanda si proclamano estranei. Attraverso i loro legali, gli avvocati Luciano Ghirga, Carlo Della Vedova e Maria Del Grosso, fanno sapere che non avevano alcuna intenzione di ledere il prestigio e il decoro degli agenti della squadra mobile, ma che avevano semplicemente riportato ciò che gli era stato riferito, “senza fare alcun nome degli agenti e senza la minima intenzione di ledere la loro reputazione”. Evidentemente queste giustificazioni non sono bastate e così il prossimo 4 luglio si aprirà il processo a loro carico.
Nel frattempo, il 12 marzo riprenderà il processo d’appello per Amanda e Raffaele, accusati di aver ucciso Meredith Kercher nella notte del 1 novembre 2007. I giudici ascolteranno alcuni testimoni, in attesa dei risultati della perizia genetica sul coltello, considerato l’arma del delitto, e sul gancetto del reggiseno che Meredith indossava quando fu uccisa.