Hanno 6 anni, i capelli biondi, le facce dolci, simpatiche e sorridenti: è questa l’immagine di Alessia e Livia, le due gemelline svizzere scomparse dopo che il padre, Matthias Kaspar Scheep, si è suicidato.
Matthias, 43 anni, dirigente della Philip Morris (la multinazionale del tabacco) da qualche tempo si è separato dalla moglie, Irina Lucidi, originaria di Ascoli Piceno ma residente nel cantone svizzero del Vaud, avvocato di successo sempre alle dipendenze della Philip Morris. Una separazione difficile, soprattutto per Matthias, che non riesce ad accettarla. Il 28 gennaio 2011 l’uomo va a prendere Alessia e Livia a casa della madre: trascorrerà il weekend con loro e poi, lunedì 31 gennaio, le accompagnerà a scuola. Ma le cose non vanno così. Sarà proprio il mancato arrivo delle bambine a scuola a far scattare l’allarme.
Giovedì 3 febbraio Matthias si getta sotto un treno in corsa a Cerignola (Foggia), un luogo con il quale apparentemente né lui né la moglie hanno nessun legame. La sua auto, una Audi A6 Station Wagon di colore nero, viene ritrovata chiusa a chiave fuori dalla stazione. Al suo interno non c’è alcun biglietto o lettera d’addio. Matthias muore, ma delle due gemelle che sarebbero dovute essere con lui non c’è traccia. Subito si pensa al peggio e vengono attivate le ricerche in diversi pozzi nel territorio circostanze, fortunatamente senza esito. Un po’ alla volta si ricostruiscono gli spostamenti di Matthias nelle ore e nei giorni precedenti la sua tragica fine. Si scopre così che l’uomo il 30 gennaio ha passato il confine tra Svizzera e Francia e il giorno dopo ha inviato una cartolina alla moglie da Marsiglia con scritto: “Sono disperato, senza di te mi sento perso”. Il messaggio è firmato da lui ma non dalle bambine. Nello stesso giorno, sempre a Marsiglia, Matthias preleva dal bancomat una cifra considerevole, 7500 euro, fatto abbastanza strano viste le sue abitudini e considerato che nelle sue tasche 2 giorni dopo verranno trovati solo 100 euro.
Il 6 febbraio giungono 2 notizie molto importanti, che fanno ben sperare sulla sorte di Alessia e Livia: innanzitutto nell’abitazione del padre a Saint-Sulpice, un sobborgo di Losanna, viene trovato un testamento scritto dall’uomo, segno probabilmente che il suo gesto è stato lungamente premeditato. Alla moglie lascia una casa, ma la maggior parte dei suoi beni li destina alle figliolette.
La seconda notizia è che, dopo aver prelevato quei 7500 euro, Matthias ha acquistato 3 biglietti per il traghetto Marsiglia-Propriano, in partenza la sera di lunedì 31 gennaio. Proprio quel giorno, alle 18.30, le Alessia e Livia vengono viste al porto di Marsiglia. Verosimilmente, quindi, la mattina di martedì 1 febbraio il papà e le due figlie giungono in Corsica. Da questo momento le due bambine si volatilizzano: Matthias infatti viene visto in un ristorante di Vietri sul Mare (Salerno), nella costiera amalfitana, il 3 febbraio. Appare tranquillo e sorridente, ma è da solo. Di lì a poco la farà finita gettandosi sotto a un treno. Che cosa lo rende così tranquillo allora? Forse il fatto che le sue bambine sono state affidate a mani sicure? E’ questo che si augurano tutti, ma il loro ritrovamento sembra essere una corsa contro il tempo. Dove sono Alessia e Livia? In Corsica, dove con certezza sono arrivate il 1 febbraio? In Italia, dove il papà ha deciso di andare a morire? O sono già state portate altrove?
La mamma, disperata, ha aperto una pagina face book nella quale lancia appelli in francese, italiano, inglese e tedesco. Chiunque avesse notizie è invitato a contattare le autorità presenti nel territorio di appartenenza.