Ore 22.30: piazza dei Cinquecento, Stazione Termini Roma. Pino Pelosi è fermo con alcuni suoi amici davanti a un chiosco bar. Si avvicina un’Alfa 2000 grigio metallizzata. E’ Pier Paolo Pasolini, che propone a Pelosi di fare un giro con lui. Il ragazzo accetta, e sale in macchina: i due si dirigono verso via Nazionale.
Gli Interrogatori di Pino Pelosi
«Mi trovavo con gli amici Salvatore, Claudio e Adolfo detto “Lo Sburacchione” perché ha il viso pieno di forungoli, di cui non conosco i cognomi e che però sono in grado di rintracciare, alla Stazione Termini verso le ore 22; ci si è avvicinato un signore con gli occhiali sui 35-50 anni, col volto magro, di media statura, a bordo di un’autovettura. Il signore era a bordo dell’auto “Alfa Romeo GT” sulla quale sono stato poi trovato e arrestato questa mattina.”
Interrogatorio del 2 novembre 1975
Sceso dall’auto venne incontro a un mio amico. In particolare quel signore ha parlato con l’amico Adolfo e ho sentito che gli diceva: “Ci facciamo un giro”. Il mio amico rideva e io ho capito che quel signore era un “frocio”.
Interrogatorio del 2 novembre 1975
lo mi sono allontanato e sono andato al chiosco-bar di piazza dei Cinquecento all’angolo con piazza Esedra. Dopo pochi minuti quel signore è arrivato in macchina davanti al bar, è sceso dall’auto e mi è venuto incontro. Io mi trovavo sulla porta. Ha fatto anche a me la proposta di fare un giro in macchina dicendo che mi avrebbe fatto un bel regalo. Non mi ha fatto proposte concrete anche se io avevo più o meno capito che cosa volesse da me.
Interrogatorio del 2 novembre 1975
Uscito dal bar, per dieci minuti mi son messo a conversare con Claudio Seminara, e mentre conversavo ho notato un gruppo di tre o quattro ragazzi, tra cui vi era anche uno dei miei tre amici, e del quale non so specificare l’identità, che parlavano con un uomo che se ne stava dentro un’autovettura “GT’ di colore metallizzato. Non ricordo precisamente l’ora in cui ho notato il gruppo di persone conversare con lo sconosciuto che se ne stava dentro la macchina e col quale conversava anche il mio amico.
Interrogatorio del 5 novembre 1975
Sono rientrato di nuovo nel bar, da solo, per consumare un altro the, e quando sono uscito sul marciapiedi ho notato che l’autovettura metallizzata con l’uomo al posto di guida, che avevo visto prima, rasentando il marciapiedi si avvicinava verso di me. Quindi, facendomi un gesto con la mano per farmi avvicinare, mi diceva le testuali parole: “Vuoi venire con me a fare un giro che poi ti faccio un regalo?”. Io, aderendo all’invito, sono entrato in macchina mettendomi a sedere al suo fianco.
Interrogatorio del 5 novembre 1975
L’uomo mi ha chiesto: “Dove vogliamo andare?”. Io gli ho risposto: “Dove vuoi”. Infatti la macchina si è avviata in direzione di via Nazionale. Lungo il percorso mi ha interpellato dicendomi: “Che cosa vogliamo fare? Che programmi hai?”. Io risposi che avevo fame e volevo mangiare. Al che lui replicò che conosceva un trattoria: anche se era tardi, lui era cliente, e si poteva andare a mangiare anche a quell’ora.
Interrogatorio del 5 novembre 1975
Ho proposto all’uomo di ritornare al bar per prendere le chiavi di casa e della mia macchina che avevo affidate al mio amico Claudio. Lui è rimasto contrariato dalla mia richiesta, dato che eravamo un poco distanti dalla Stazione e dovevamo tornare indietro fino al bar. L’ho convinto però, e siamo ritornati al bar. Ho chiesto allora le chiavi di casa e dell’auto al Seminara, dicendogli che andavo in compagnia dell’uomo con la macchina metallizzata, senza dirgli dove andavo e aggiungendo altresì che se avessi fatto tardi poteva prendere la macchina, dato che aveva altre chiavi, e che poteva lasciarla sotto casa sua dove io l’avrei presa.
Interrogatorio del 5 novembre 1975
Ho sentito una persona che ad alta voce mi avvertiva di non andare con l’uomo della macchina. Dal timbro della voce però non si trattava di uno dei miei tre amici, che mi dava l’avvertimento. Intanto l’uomo dall’interno dell’autovettura, che si trovava distante dai miei amici circa una quindicina di metri, mi faceva segno con la mano di affrettarmi.»
A domanda risponde: «Per la verità ho sentito anche un’altra voce, che incrociandosi con la prima, e sovrapponendosi alla stessa, non mi ha dato l’opportunità di seguire il senso delle parole. Questa voce, però, apparteneva a uno dei miei amici. Non mi sono girato per dare una risposta alle voci che mi giungevano alle spalle e mi sono affrettato a raggiungere l’uomo che mi aspettava.
Interrogatorio del 5 novembre 1975
«Quando sono uscito dal bar ho visto la macchina del Pasolini muoversi lentamente e quando ha superato la svolta che esiste vicino al bar, si è girato, ha rallentato e si è fermato, facendomi il gesto con la mano per farmi avvicinare. Quando mi sono accostato all’autovettura, l’uomo mi ha proposto di fare un giro con lui. lo gli ho chiesto dove si doveva andare e l’uomo replicando mi ha detto: “Andiamo a fare un giro che poi ti regalo 20.000 lire”. Sono salito in macchina e la macchina si è diretta verso via Nazionale».
Interrogatorio del 13 novembre 1975
A domanda risponde: «Ribadisco ancora che prima di quella sera io non avevo mai visto e conosciuto il Pasolini. Non so se qualcuno dei miei tre amici l’avesse conosciuto prima. Ritengo però che se qualcuno dei miei tre amici l’avesse conosciuto, non sarebbe certamente venuto a dirlo a me».
A domanda della difesa risponde: «Salvatore Deidda, mi pare, quando entrò nel bar non mi disse che l’uomo che si trovava nella autovettura metallizzata – e che aveva proposto di fare un giro a uno degli altri due miei amici rimasti fuori e che poi ripensandoci non aveva più insistito dicendo di avere già un appuntamento – fosse il regista Pasolini».
Interrogatorio del 13 novembre 1975.