Roma, 22 febbraio 2000.
È un fatto di cronaca nera risalente agli inizi del 2000, quando la giovane Francesca Moretti muore per avvelenamento da cianuro nel pomeriggio del 22 febbraio 2000 dopo aver consumato un pasto a base di minestra con il formaggino (e una mela).
Accadde in un appartamento di via dello scalo di San Lorenzo, a Roma, dove vivevano quattro ragazze: Daniela Stuto, studentessa universitaria di 25 anni originaria di Lentini, Francesca Moretti, anche lei studentessa universitaria, di origini pesaresi, di 29 anni (legata sentimentalmente a Graziano Halilovic, un rom sposato e con figli), Antonella Pirini, e Mirela Nistor, cameriera di nazionalità rumena.
Ad oggi l’omicidio non ha ancora un colpevole.
Fu indagata Daniela Stuto, una delle inquiline della ragazza pesarese avvelenata, ma nel processo di primo grado la ragazza fu assolta. Il giorno dell’assoluzione definitiva di Daniela Stuto, il 3 giugno 2003, così la Stuto commentò la sentenza: “È un momento che aspettavo da due anni, è l’atto definitivo. Da oggi in poi vivrò meglio ma questa è una cicatrice indelebile, che non si cancellerà. Vorrei sapere il modo per recuperare la mia dignità dopo tutto quello che è stato scritto e detto nei miei confronti’”.
Mentre la madre di Francesca Moretti, Maria Assunta Berloni, ha commentato così la notizia: “In questo momento non sento niente, sono congelata: ho saputo la notizia dalla radio e non ho nulla da dirvi, vi prego…”.
FRANCESCA MORETTI, L’OMICIDIO AL CIANURO. L’INDENNIZZO PER DANIELA STUTO