Gorgo a Monticano (Tv), 21 agosto 2007.
Il 21 agosto 2007, i corpi dei coniugi Guido Pellicciardi e Lucia Comin, 68 e 62 anni, di origini friulane, sono stati ritrovati massacrati a colpi di bastone e armi da taglio, abbandonati in un lago di sangue nella loro piccola camera da letto messa sottosopra nella dependance di una grande villa a Gorgo di Monticano, nel trevigiano, dove prestavano servizio come custodi.
I coniugi Pellicciardi si erano trasferiti da alcuni mesi nel paesino trevigiano di Gorgo a Monticano e avevano trovato lavoro come custodi e giardinieri all’interno della villa di proprietà di una famiglia di imprenditori di Motta di Livenza, in provincia di Treviso.
A ritrovare i cadaveri barbaramente trucidati e con profonde ferite alla gola è stata una guardia giurata, collega di lavoro dell’unico figlio della coppia assassinata, Daniele Pellicciardi. A insospettire la guardia giurata il fatto che il cancello che conduce nel grande parco della villa fosse aperto: le luci della dependance erano accese, le porte aperte, e sul pavimento della camera da letto giacevano i corpi dei coniugi Pellicciardi.
L’allarme scattò subito, in piena notte, e sul posto arrivarono i carabinieri. Davanti ai loro occhi una scena raccapricciante, una carneficina di “incredibile efferatezza” come in seguito la definì lo stesso Procuratore della Repubblica di Treviso Antonio Fojadelli.
Anche le indagini scattarono immediatamente e a tutto campo. I militari dell’arma del Nucleo scientifico si misero subito al lavoro all’interno dell’abitazione per cercare ogni possibile traccia.
Fin dal primo momento, si profilò l’ipotesi che il duplice delitto potesse essere stato il tragico epilogo di un tentativo di rapina. Di un tentativo da parte di qualcuno di indurre la coppia a fornire indicazioni utili per entrare nella villa o le stesse chiavi d’accesso alla villa. In quei giorni, la proprietaria, che abitava nella villa con uno dei figli, era in vacanza in una località turistica dell’Adriatico ed erano in ferie anche gli altri due figli.
Il sindaco di Gorgo al Monticano, Firmino Vettori, si dichiarò “costernato” per la carneficina e preoccupato per il senso di paura che il terribile fatto di cronaca nera rischiava di diffondere tra gli abitanti, molti dei quali domiciliati in case molto più isolate di quella presa di mira dai malviventi nel caso Pellicciardi.
Il 4 dicembre 2009, due anni dopo la carneficina, la Corte d’Assise d’appello di Venezia ha confermato le condanne di primo grado – un ergastolo, e 20 anni di reclusione – per due uomini, l’albanese Naim Stafa – ergastolo -, e il romeno Alin Bogdaneanu – 20 anni di reclusione – accusati del delitto dei coniugi Pellicciardi. Un terzo imputato, Arthur Lleshi, anch’egli albanese, si era ucciso alcuni mesi prima di andare a processo nel carcere “Due Palazzi” di Padova, mentre un supplemento d’inchiesta sulla collaborazione di un presunto quarto complice fu archiviata.
Chiara la dinamica di quella tragica serate estiva del 2007: il delitto fu consumato durante un tentativo di rapina nella dependance dopo che gli anziani coniugi Pellicciardi rifiutarono di consegnare le chiavi della casa padronale, che non erano comunque nella loro disponibilità.
I CONIUGI PELLICCIARDI, LA CARNEFICINA IN VILLA: IL LIBRO DI GIANFRANCO BETTIN, “GORGO. IN FONDO ALLA PAURA”